Il tema dei mini-bot è al centro dell’attenzione del governo, con la proposta economica della Lega che ne prevedeva l’introduzione per pagare i debiti della Pubblica Amministrazione e che ha scaturito le polemiche dalle opposizioni, per il fatto che questo sistema è molto simile ad una moneta parallela.
I mini-bot non sarebbero altro che nuovo debito, in tagli minori di quello immesso sul mercato in maniera standard, ma che la Lega vorrebbe evitare di contabilizzare nel totale complessivo del debito pubblico. Soluzione che è stata già bocciata da Mario Draghi, il quale, intervenendo in una conferenza stampa ha chiarito la vicenda legata ai mini-bot: “O sono debito, e quindi vanno ad aumentare il complessivo, oppure sono moneta, e quindi sono illegali”, queste le dure parole del Presidente della BCE.
Uno degli esponenti della Lega più in vista sui mini-bot è Claudio Borghi, che già in passato aveva teorizzato l’introduzione di questo sistema, ma a suo dire sarebbe un primo passo per l’uscita dall’euro. Per evitare, infatti, di uscire da un giorno all’altro, con questa soluzione si metterebbe in circolo nell’economia italiana un pezzo di carta che potrebbe venire utilizzato per i pagamenti. Difatti le aziende che potrebbero ricevere mini-bot come pagamenti dei crediti, eventualmente potrebbero decidere di pagarci gli stipendi, facendo circolare ancora più rapidamente questa forma cartacea di debito. La tesi di Borghi è sostenuta dalla Lega, che però fa sapere che non intende creare una moneta parallela, come ha dichiarato anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, che ha escluso questa ipotesi, definendola “ipotesi monopoli”.
Se si considerano i mini-bot debito, sarebbe come emettere dei nuovi titoli di stato, cosa che già avviene ora, ma di piccolo taglio, cosa che li renderebbe più facilmente gestibili per pagamenti nel mercato italiano interno. Ma per essere debito dovrebbero avere anche dei rendimenti annui, come i titoli di stato, cosa che per ora non è stata chiarita da Borghi, visto che lui ha parlato di “cartolarizzazione dei debiti” e che quindi si differenziano dai titoli di stato, entrando nella definizione di “moneta parallela”, cioè quell’ipotesi che Draghi aveva considerato illegale come riportato anche da Repubblica dopo la conferenza che il presidente della BCE aveva tenuto a Bruxelles..
Il tema di introdurre una nuova moneta è cruciale, visto che ne dipende la stabilità monetaria e la tenuta dell’Euro. Per questo introdurre nuove monete è vietato dai Trattati europei firmati all’introduzione del mercato della moneta unica, proprio per evitare che paesi membri potessero emettere nuovo denaro e creare valute parallele all’Euro, facendolo scendere nelle quotazioni, oltre a creare molta confusione nei mercati. Facendo riferimento alle notizie di oggi sul tema economico dei rendimenti dei titoli di stato, sempre che siano in leggero calo gli interessi, come aveva riferito in tv l’esponente della Lega, Claudio Borghi. Difatti i titoli di stato dei paesi dell’Eurozona non possono essere emessi in un’altra valuta, questo significa che i mini-bot dovranno avere un valore in euro, che solitamente è dato anche dal rendimento, cosa che per ora non sembra interessare questo nuovo sistema.
Negli anni scorsi la Lega era molto più attiva sul tema dell’uscita dall’Euro, ma nel paese questa ipotesi sembra sempre meno popolare, con conseguente calo nel dibattito pubblico a riguardo. Uscire dall’Euro comporterebbe rischi finanziari enormi per l’Italia, che ha usufruito, negli anni, di molteplici vantaggi nell’essere nell’unione monetaria, a partire dai tassi d’interesse dei titoli di stato, che con la Lira avevano rendimenti vicini al 10%, mentre ora con l’Euro lo Stato paga circa il 2,5%. Inoltre c’è stato anche un calo di inflazione dal passaggio dalla Lira all’Euro, con la prima che causava inflazione a doppia cifra, a discapito dei cittadini italiani. Questo è il quadro finanziario per una possibile uscita dall’Euro dell’Italia, che non sembra affatto conveniente per imprese e cittadini.
Con la prossima manovra di bilancio, attesa per l’autunno, si capiranno meglio le linee del governo e come vuole agire sui mini-bot, anche per tranquillizzare i mercati finanziari, con lo spread sempre alto ed a rischio.