Smettere di pensare troppo vuol dire iniziare a concentrarsi sul presente lasciando andare, una buona volta, tutti gli errori che abbiamo commesso nel passato, tutte le cose brutte che ci sono successe e anche tutte le nostre paure per il futuro.
Una delle cose più negative del pensare troppo è che, così facendo, non ci sporchiamo materialmente le mani abbastanza e quindi non facciamo abbastanza. Ma, chiaramente il problema è che per uscire dai nostri blocchi e realizzare i nostri obiettivi dobbiamo necessariamente fare.
Quindi, come abbiamo visto, il pensare troppo è nemico del fare e quindi, per estensione, anche dei nostri obiettivi e della nostra soddisfazione personale e professionale.
Ma perché pensare troppo è così negativo?
Il pensare troppo è, prima di tutto, uno spreco di energie perché tutti i nostri pensieri, magari anche corretti per carità, rimangono racchiusi dentro la nostra testa e non trovano una realizzazione pratica nella realtà.
Inoltre, questa energia inespressa si trasforma anche in malesseri di vario tipo, come ad esempio l’insonnia, l’ansia, la depressione o altri spiacevoli sintomi.
Il primo passo se vogliamo smettere di pensare troppo
Se decidiamo, saggiamente, di voler smettere di pensare in maniera eccessiva, allora la prima cosa che dobbiamo fare è renderci conto che stiamo pensando. Nel momento in cui noi portiamo la luce della nostra coscienza sui nostri pensieri, ecco che questi, magicamente, si fermano.
Va da sé che quindi, così facendo, interrompiamo la catena infinita dei nostri pensieri che ci tiene prigionieri.
Noi non siamo quelli che pensano
Una verità, purtroppo, spesso ignorata è che i pensieri si formano automaticamente nella nostra testa e che noi abbiamo veramente poco controllo su quali pensieri si possono presentare alla nostra attenzione. Se i nostri pensieri si creano automaticamente nella nostra testa, quindi, ne deriva anche che noi non possiamo immedesimarci con i nostri pensieri perché, appunto, i nostri pensieri non sono né qualcosa di fisso, né qualcosa che noi possiamo controllare.
Il problema è che però, spesso, noi ci identifichiamo proprio con i nostri pensieri e, sulla base di questi, prendiamo anche delle decisioni molto importanti. Questo, ovviamente, non vuol dire che dobbiamo scartare in automatico tutto ciò che ci viene in mente, ma dovremmo fare, per quanto possibile, un’attività di filtraggio, per cercare di tenere solamente i pensieri che ci possono far stare bene e che sono costruttivi.
Tutto il resto, possiamo tranquillamente, se riusciamo, farlo andare via.
Penso dunque sono
Il famoso penso dunque sono, quindi, non ha più alcuna ragione di essere perché è proprio da questa incomprensione filosofica che nascono molti problemi. Penso dunque sono, vuol dire nuovamente immedesimarsi con i propri pensieri, ma se ci immedesimiamo con tutte le cose che ci vengono in mente, allora la nostra stessa identità barcollerà paurosamente perché è pericolosissimo immedesimarsi come qualcuno con qualcosa di così instabile e mutevole come i pensieri.
Il problem solving non è l’overthinking
Problem solving e overthinking sono due cose molto diverse: il primo vuole sostanzialmente dire rimboccarsi le maniche e sporcarsi le mani per risolvere i problemi nei quali siamo immersi. D’altra parte, invece, overthinking vuol dire continuare a pensare e ripensare alle soluzioni dei nostri problemi (ma, a dire il vero, anche alle loro cause, a quanto ci fanno stare male e così via). Così stando le cose, quindi, è chiaro che l’overthinker rimane chiuso nella propria testa, nelle proprie soluzioni che però, purtroppo, non troveranno mai la loro realizzazione pratica.
Pensare troppo e paura di sbagliare
Uno dei motivi per cui pensiamo troppo è che abbiamo paura di sbagliare. Questo, ovviamente, ci porta a valutare e rivalutare le nostre posizioni, il che se è fatto con criterio ed entro certi limiti va anche bene. Il problema nasce, invece, quando questa eccessiva attività mentale e questa paura dell’errore ci bloccano e non ci permettono di andare avanti.
Questo, ovviamente, non vuol dire che non dobbiamo ascoltare la nostra paura di sbagliare, bensì, vuole semplicemente dire che non dobbiamo cedere alla paura di sbagliare, perché è proprio questa paura a tenerci bloccati e a non farci andare avanti verso i nostri obiettivi.
Il pensare troppo è una cosa ben diversa dall’introspezione
Capita anche di confondere la introspezione con il pensare troppo. La introspezione è caratterizzata, appunto, da un’attentissima analisi di ciò che abbiamo dentro e, si finisce con il confondere questo con la introspezione perché appunto ha in comune con questa il fatto di soffermarsi sul fare profonde analisi. La differenza è che chi è introspettivo non è automaticamente un overthinker, perché si può essere anche profondi e introspettivi anche e soprattutto se si fa seguire a questi pensieri delle azioni mirate.
Agire e fare, quindi sono due elementi essenziali, non solo per smettere di pensare troppo, ma per realizzare i nostri obiettivi e per realizzare la nostra vera natura. Il lavoro è una straordinaria occasione che noi abbiamo per realizzare il nostro potenziale e il nostro vero essere e, se vuoi approfondire di più l’argomento, ti consiglio di approfondire la tua lettura qui, dove troverai molti altri spunti interessanti.
Buona lettura.