Il diradamento dei capelli è un fenomeno che colpisce uomini e donne senza alcuna distinzione. Tra i rimedi, la tricopigmentazione è sicuramente una soluzione innovativa e non invasiva da prendere in considerazione. Scopriamo insieme le sue caratteristiche e possibili controindicazioni?
Che cos’è la tricopigmentazione?
La tricopigmentazione è una soluzione innovativa e non invasiva, che aiuta a coprire quelli che sono gli inestetismi delle prime zone diradate per uomo e per donna. Non si tratta di un intervento chirurgico ma estetico/sanitario senza alcun trapianto.
La tecnica prevede un trattamento che si basa sulla colorazione del cuoio capelluto, di norma in tre sedute. Si va a creare una densità naturale che colma i vuoti che sono causati da un diradamento oppure per andare a coprire l’intero scalpo (in caso di calvizia parziale o completa).
Tantissime persone potrebbero scambiarlo per un tatuaggio, ma in realtà è un procedimento completamente diverso. I pigmenti che vengono impiegati per questo trattamento, sono modificabili nel tempo e con il corpo. Cosa significa? L’età è un elemento determinante, se il processo viene adottato quando si è giovani ci sarà una quantità di melanina diversa da quando si è in età matura.
È preferibile, di conseguenza, che non sia adottato un colore scuro per andare a coprire un diradamento su capelli bianchi. Il Ministero della Salute ha approvato l’uso di pigmenti bio riassorbibili, così che possano accompagnare il cambiamento inevitabile e biologico di tutte le persone che richiedono il trattamento.
Il procedimento deve essere svolto solo da professionisti del settore, all’interno di centri certificati previa analisi e riunione su quello che si andrà a fare durante le varie sedute. È possibile approfondire su questo sito tutti gli aspetti legati a tecnica e costi del trattamento.
Una attenzione particolare su un fatto molto importante, infatti la tricopigmetazione non è atta alla ricrescita del capello come l’autotrapianto. Non è una soluzione per la rigenerazione del follicolo cicatrizzato, ma una copertura del tutto naturale sulla parte da trattare. Comunque sia è in grado di svolgere una biostimolazione indiretta, soprattutto se si esegue durante un periodo di alopecia androgenetica.
Per questo motivo è importante che tutto il processo venga svolto da professionisti certificati. La tecnica è portata ad eseguire la procedura a seconda della necessità individuale, cercando anche di valutare come sarà il processo di diradamento nel tempo.
Ma a che età si può fare? Nel momento in cui si verifica una prima perdita di capelli, il soggetto interessato può rivolgersi al centro specializzato per richiedere una analisi e di svolgere il trattamento. In una persona dai 19 ai 25 anni viene abbinato alla terapia di biostimolazione, così che l’alopecia venga arrestata. È un modo studiato al fine di recuperare le unità follicolari se possibile, fino alla risoluzione della patologia.
Controindicazioni tricopigmentazione
Ci sono delle controindicazioni per la tricopigmentazione? In realtà nessuna, ma è bene chiedere al medico di fiducia in caso di malattie infiammatorie della pelle (vedi Lupus – Lichen Planus e Psoriasi). La visita iniziale, in tal caso, si svolge con l’aiuto e l’attenzione di un medico dermatologo specializzato che potrà approvare, o meno, il trattamento.